Trekking
Ferrata 26°battaglione parete Nord Coglians 2780m.
28/09/2011
Collina-Rifugio Tolazzi
Monte Coglians
ore: 5:51
15,30 km
difficile
Friuli Venezia Giulia/Austria
1350
2780
1611
La via
ferrata alpinistica per la parete nord del Coglians è un
itinerario dalle caratteristiche tecnico-atletiche impegnative
ed è davvero molto affascinante svolgendosi in ambiente aspro
e severo. Richiede un notevole impegno psico-fisico poiché in
alcuni tratti è sicuramente difficile ed in grande
esposizione: passo sicuro e abitudine al vuoto sono indispensabili per affrontarla in sicurezza. L’ascensione
è stata attrezzata con cura, soprattutto in maniera molto
logica, evitando scale o pioli che faciliterebbero la
progressione nei punti più ostici (non vi sono che poche
staffe).Proprio agendo in questo modo essa è stata resa più
selettiva ma senz’ombra di dubbio anche più bella ed
appagante!.
ITINERARIDal Rifugio Tolazzi a Collina di Forni Avoltri, si segue a destra la stradina (cartelli) che porta al Rifugio Marinelli. La si lascia al secondo tornante e si prende (cartello) in direzione del Rifugio Lambertenghi, dopo qualche centinaio di metri è possibile prendere una scorciatoia che, si ricongiunge più in alto dove la via principale si fa stretta mulattiera. Si lascia sulla destra la traccia che conducie al Sentiero Spinotti, si continua a salire ormai in prossimità del Rifugio e del Passo Volaia e dell'omonimo bellissimo Lago. Oltrepassato il Passo si segue il sentiero sud-orientale, che risale un canalone roccio. Abbandonare il sentiero che conduce verso la forcella di sinistra e risalire invece su ghiaie verso destra sino ad individuare alla base della parete alcuni bolli blu e bianchi indicanti l’inizio della via 2250mt circa. La via sale diretta risalendo uno spigolo roccioso verticale e diversi tratti esposti ma ben atrezzati. Attraversa quindi una placca molto inclinata e liscia e, salvo per la presenza di piccole tacche scolpite nela roccia quali appoggi per i piedi in aderenza, richiede forza di braccia e assoluta mancanza di vertigini. Si prosegue arrampicandosi su un itinerario prettamente alpinistico sino ad attraversare una stretta cengia detritica. Senza tregua alcuna,il tracciato risale alcuni camini rocciosi. Si sbuca su di una terrazza rocciosa alla cui sinistra si profila la vetta . La terrazza concede una sosta dopo la prima parte impegnativa e c’è qualche interruzione del cavo. La via riprende alternando tratti quasi verticali su roccia compatta a tratti più pianeggianti su rocce e ghiaino instabile, attenzione a chi segue, consentendo in alcuni punti una progressione senza l’ausilio delle mani . L’itinerario riprende dopo breve tratto di sentiero e conduce rapidamente in cresta alternando tratti più o meno verticali sempre su roccia buona. Infine la via prosegue proprio sull’affilata cresta (è il confine Italia-Austria) sino a raggiungere, nei pressi di alcuni resti di trincee, abbastanza agevolmente,la vetta (campana da suonare! E libro di vetta). La discesa avviene lungo la via normale sul versante sud, prima su facili roccette e infine su un grande ghiaione . Al termine proseguendo a sinistra si risale per il sentiero del Pic Chiadin per poi scendere al Rifugio Marinelli 2111mt (dove sarete accolti dell'esuberante e simpatica gestrice Caterina. Consigliata la sosta) poi si scende per comoda muletiera e sentiero al Rifugio Tolazzi.
ITINERARIDal Rifugio Tolazzi a Collina di Forni Avoltri, si segue a destra la stradina (cartelli) che porta al Rifugio Marinelli. La si lascia al secondo tornante e si prende (cartello) in direzione del Rifugio Lambertenghi, dopo qualche centinaio di metri è possibile prendere una scorciatoia che, si ricongiunge più in alto dove la via principale si fa stretta mulattiera. Si lascia sulla destra la traccia che conducie al Sentiero Spinotti, si continua a salire ormai in prossimità del Rifugio e del Passo Volaia e dell'omonimo bellissimo Lago. Oltrepassato il Passo si segue il sentiero sud-orientale, che risale un canalone roccio. Abbandonare il sentiero che conduce verso la forcella di sinistra e risalire invece su ghiaie verso destra sino ad individuare alla base della parete alcuni bolli blu e bianchi indicanti l’inizio della via 2250mt circa. La via sale diretta risalendo uno spigolo roccioso verticale e diversi tratti esposti ma ben atrezzati. Attraversa quindi una placca molto inclinata e liscia e, salvo per la presenza di piccole tacche scolpite nela roccia quali appoggi per i piedi in aderenza, richiede forza di braccia e assoluta mancanza di vertigini. Si prosegue arrampicandosi su un itinerario prettamente alpinistico sino ad attraversare una stretta cengia detritica. Senza tregua alcuna,il tracciato risale alcuni camini rocciosi. Si sbuca su di una terrazza rocciosa alla cui sinistra si profila la vetta . La terrazza concede una sosta dopo la prima parte impegnativa e c’è qualche interruzione del cavo. La via riprende alternando tratti quasi verticali su roccia compatta a tratti più pianeggianti su rocce e ghiaino instabile, attenzione a chi segue, consentendo in alcuni punti una progressione senza l’ausilio delle mani . L’itinerario riprende dopo breve tratto di sentiero e conduce rapidamente in cresta alternando tratti più o meno verticali sempre su roccia buona. Infine la via prosegue proprio sull’affilata cresta (è il confine Italia-Austria) sino a raggiungere, nei pressi di alcuni resti di trincee, abbastanza agevolmente,la vetta (campana da suonare! E libro di vetta). La discesa avviene lungo la via normale sul versante sud, prima su facili roccette e infine su un grande ghiaione . Al termine proseguendo a sinistra si risale per il sentiero del Pic Chiadin per poi scendere al Rifugio Marinelli 2111mt (dove sarete accolti dell'esuberante e simpatica gestrice Caterina. Consigliata la sosta) poi si scende per comoda muletiera e sentiero al Rifugio Tolazzi.
Quando prendi la tua attrezzatura, che sia uno zaino e una corda, un paio di sci e delle pelli o una mountain bike, parti, e quando superi i Monti ti senti di aver vissuto un'altra giornata speciale