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Via Ferrata Balze del Mangart

Trekking

16/10/2014

Bivacco Nogara

Monte Mangart

4:30

7,18 km

difficile

Friuli Venezia Giulia/Slovenia

1850

2677

1166

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Si tratta di due ferrate diverse tra loro, non particolarmente lunghe ma molto belle, in particolar modo quella Italiana. Quella Italiana presenta soprattutto nella prima parte dei passaggi davvero impressionanti, ben assicurati ed agevolati dalla grande quantità di pioli e ganci in ferro, in ambiente  solitario come sono queste montagne. La ferrata Slovena invece non presenta particolari difficoltà, in pratica è un sentiero atrezzato.

AVVICINAMENTO:
Per questa salita dobbiamo entrare in territorio sloveno valicando il Passo del Predil raggiungibile da Tarvisio o da Sella Nevea. Dopo poco più di un km si devia a sinistra (cartello) imboccando la lunga rotabile che sale al rifugio Koca na Mangartskem ed è soggetta a pedaggio. Dopo una lunghissima serie di tornanti si perviene alla conca che ospita il rifugio dove la strada compie un piccolo anello a senso obbligato. Qui si può parcheggiare utilizzando uno dei tanti spiazzi disponibili (m 2020).

ITINERARIO:
Punto di partenza delle ferrate è il bivacco Nogara (m 1850) posto su un ampio terrazzo erboso giusto sotto la parete nord del Mangart. Il bivacco è raggiungibile partendo dal rifugio Koca na Mangrtskem Sedlu passando per la forcella Mangart (m 2263) e raggiungendo il bivacco in circa 30 minuti di discesa.

FERRATA: L’attacco della ferrata è giusto dietro il bivacco, su una parete in corrispondenza di due evidenti grotte naturali. Si parte con una prima paretina, portandosi proprio dentro la più grande delle due grotte, che viene attraversata dalla ferrata, uscendo dopo pochi metri da un caratteristico buco di poco più di un metro di diametro. La parte successiva è forse quella più esposta ed impegnativa. Le assicurazioni sono comunque sempre abbondantissime sia per i piedi che per le mani ed i cavi, sono tutti nuovi o semi nuovi. Dopo questo primo pezzo molto interessante, il sentiero prosegue su una serie di paretine e canalini a volte verticali, ed altre volte più appoggiati, sempre in buona esposizione. Anche qui continua la politica generale della ferrata dal punto di vista delle assicurazioni, caratterizzata dalla grande abbondanza di pioli di ferro ed anelli cui appendersi e su cui appoggiare i piedi, evitando per alcuni tratti di dover mai toccare la roccia. Dopo un pò si sbuca nel pendio morenico su cui corre il confine di stato e conseguentemente la via normale di ascesa, a quota m 2200. A questo punto tagliando trasversalmente in leggera discesa il sentiero della via normale, ci si porta in una decina di minuti sul versante opposto della montagna, all’attacco della Via Slovena. Questo sentiero attrezzato solo in parte, soprattutto nella parte iniziale, sfruttando una evidente linea di debolezza della parete, risale tutto un lungo colatoio detritico. L’attacco vero e proprio è caratterizzato da una specie di serpentina letteralmente scavata nella roccia, per poi proseguire su una serie di rampe sempre praticamente prive di esposizione in cui il cavo è usato più che altro come corrimano. Giunti alla fine di questo lungo diagonale si giunge su una piccola forcella con bel panorama sul territorio Sloveno, e qui finiscono in pratica i tratti attrezzati. Il resto dell’ascesa avviene tra massi e roccette, facilmente fino alla croce di vetta, a quota m 2677.

DISCESA:
Avviene lungo la via normale.
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