Nepal
Dreaming of the top
novembre 2013
difficile
Finalmente si comincia a fare sul serio, il momento tanto atteso è arrivato si parte alla volta del campo 1. Il dislivello è importante 900 mt circa ma non presenta difficoltà alpinistiche quindi possiamo partire con calma. Il percorso sale lungo una cresta rocciosa coperta da un leggero strato di neve per poi inoltrarsi lungo il ghiacciaio, si attraversano dei crepacci. Non sono passate neanche tre ore che siamo gia in prossimità delle tende del campo1 a 5600m. Un posto magnifico, con una vista stupenda, fornelletti che tossiscono in continuazione,la mancanza di ossigeno la sentono anche loro, l’acqua che bolle a ottanta gradi, ma l’arte di arrangiarsi ha messo a punto delle tecniche sofisticatissime.
Il percorso verso il Campo 2 non è molto lungo, ma
è la parte più ripida, si parte a mattina inoltrata. Si sale lungo un pendio nevoso orizzontale e intorno a numerosi pinnacoli, il punto più duro si trova appena prima del Campo 2. Il Campo 2 è probabilmente troppo vicino al Campo 1,quindi decidiamo di proseguire verso il Campo 3. Da qui le pendenze diminuiscono ed è un lungo sali scendi battuto da un vento fortissimo che ci toglie le forze e ci mette a dura prova, una volta giunti al Campo 3 a quota 6350mt siamo costretti a rifugiarci subito in tenda per sfuggire al forte vento ed alle temperature rigide. La notte passa lenta si dorme poco o quasi niente, il vento continua a soffiare inesorabilmente senza concedere un'attimo di respiro, la tanto attesa tregua prevista non si fa vedere tanto da costringerci a dover rinunciare alla tanto desiderata vetta. Così la mattina seguente nostro malgrado siamo costretti a rientrare al campo base e a dover dire addio alle nostre speranza di conquistare la vetta, anche perché i giorni a nostra disposizione sono ormai finiti. Questa volta non ce l'abbiamo fatta, la montagna è stata più forte, la montagna è grande, ha vinto lei, noi torniamo a casa con più esperienza e con tante nuove emozioni, più maturi e consapevoli dei nostri mezzi sapendo che prima o poi ci torneremo in Nepal per fare nuove esperienze e condividere con voi le nostre emozioni. Ricordandoci sempre che IL VIAGGIO E' LA META.
è la parte più ripida, si parte a mattina inoltrata. Si sale lungo un pendio nevoso orizzontale e intorno a numerosi pinnacoli, il punto più duro si trova appena prima del Campo 2. Il Campo 2 è probabilmente troppo vicino al Campo 1,quindi decidiamo di proseguire verso il Campo 3. Da qui le pendenze diminuiscono ed è un lungo sali scendi battuto da un vento fortissimo che ci toglie le forze e ci mette a dura prova, una volta giunti al Campo 3 a quota 6350mt siamo costretti a rifugiarci subito in tenda per sfuggire al forte vento ed alle temperature rigide. La notte passa lenta si dorme poco o quasi niente, il vento continua a soffiare inesorabilmente senza concedere un'attimo di respiro, la tanto attesa tregua prevista non si fa vedere tanto da costringerci a dover rinunciare alla tanto desiderata vetta. Così la mattina seguente nostro malgrado siamo costretti a rientrare al campo base e a dover dire addio alle nostre speranza di conquistare la vetta, anche perché i giorni a nostra disposizione sono ormai finiti. Questa volta non ce l'abbiamo fatta, la montagna è stata più forte, la montagna è grande, ha vinto lei, noi torniamo a casa con più esperienza e con tante nuove emozioni, più maturi e consapevoli dei nostri mezzi sapendo che prima o poi ci torneremo in Nepal per fare nuove esperienze e condividere con voi le nostre emozioni. Ricordandoci sempre che IL VIAGGIO E' LA META.
Quando prendi la tua attrezzatura, che sia uno zaino e una corda, un paio di sci e delle pelli o una mountain bike, parti, e quando superi i Monti ti senti di aver vissuto un'altra giornata speciale